Covid 19. 15 Maggio 2020
15 Maggio 2020
Butto l’occhio in strada mentre sbatto gli stracci e vedo avanzare lungo la cancellata una
ragazza.. avrà vent’anni .. con la borsa , la sua sacca e una borsona.. ..
E la mascherina sul volto. Lei cammina sotto gi alberi del mio giardino.. guarda avanti.
Ma sembra già stanca…
E allora mi viene voglia di scendere e di abbracciarla. Per dirle che mi dispiace se il
mondo che le abbiamo garantito è quesot… della mascherina… mascherina. Quello
della natura sconvolta. Quella della sua tristezza che vedo in quelle gambe lunghe che
avanzano.. è un fine settimana… chissà dove andrà quella ragazza di vent’anni.
Mi è venuto in mente un treno Venezia Santa Lucia / Parigi gare de Lyon e i miei
diciannove anni.. la mia sacca bianca. I miei capelli lunghi raccolti come i suoi.. e
l’arrivo a Parigi…in piena festa… in strada .. era Natale..
Anche noi avevamo paura di salite sul treno perché allora c’erano le bombe..ma stavamo
vicini..
Anche noi avevamo paura perché c’era chi sparava . ma noi eravamo uniti…e sapevano
dove stava il nemico.
Ma oggi mi sento io responsabile verso quella camminata lenta che esprime molta
saggezza…una falcata che non da colpe… ma che spera di arrivare alla sua festa…
qualunque essa sia… e come sarà…senza rassegnazione . ma solo consapevolezza che
sarebbe successo…tutto questo…e che lei, e la sua generazione, lo avevano già capito..
Vedo nostalgia in quell’andare avanti… senza voltarsi mai… e allora mi giro io e vedo
sul davanzale della finestra una donna…adulta….
Vai ragazza.. e scusaci davvero… per tutto questo... Voi lo avevate capito….