Festa del vapore
31 Ottobre 2021
Leggo con molto piacere della festa del Vapore per i suoi 35 anni. Un locale che conosco molto bene e che è cresciuto con i miei articoli. Perché è questo che avrei voluto che Stefano Pesce avesse ricordato, tra le tante belle cose che ha citato negli articoli dei giornali. Soprattutto in quello firmato da Michele Bugliari, un giornalista che è arrivato dopo che qualcun altro aveva aperto al strada. Perché bisogna ricordare che quando aprì il Vapore fu la Nuova Venezia a seguirlo passo dopo passo. Con i miei articoli. Ero in forza alla cronaca locale degli spettacoli sotto la direzione di un personaggio come Francesco Lazzarini che solo quando cominciò a capire che si vendevano più copie quando si parlava di gruppi musicali “underground”, cominciò a sopportare questi “strani pezzi”.
Era supponente nei miei confronti ed erano anni duri per le donne che scrivevano di musica negli anni ottanta. Furono giorni difficili soprattutto per me.. ci fu anche chi mi dedicò una canzone “neanche un caffè” perché lo criticai… Contestata, criticata, derisa. Eppure non mollai mai… “spavalda e aggressiva in tempi non sospetti”..
Ogni sera mi sedevo ai tavolini del Vapore e guardavo i concerti. Prendevo appunti e poi tornavo a casa e scrivevo… di fretta perché il giorno dopo dovevo andare al lavoro presto. A scuola. . E così nel primo pomeriggio andavo di persona a portare il pezzo alla portineria di via Verdi che lo spediva via fax al famoso Lazzarini. Per essere in pagina il giorno dopo. Perché sapevo che i musicisti sarebbero andati a leggerlo. E anche i loro amici,. E i familiari. Non c’era facebook,. Non c’erano email .
Mi ricordo che un giorno feci venire alla Nuova Venezia i “paninari” per intervistarli. Non li conosceva nessuno in redazione.. eppure era la moda di allora. E così continuai a frequentare tutti i locali di notte fino a tardi e a scrivere. Fu una cosa nuova. I locali non erano conosciuti se non da pochi ma finivano sul giornale…e c’era sempre più gente al Vapore. E ovunque..
Diventai così pubblicista ..orgogliosamente …. con il tesserino..e continuai a scrivere. Sempre…
Conobbi gente in gamba alla Nuova: Tony Sirena, Francesco Cioce, Macri Puricelli, Emilio Randon, Lucia Visca. Purtroppo però non tutti lo erano. E i precariato era sempre una fonte di umiliazione.
Quando venni casualmente a conoscenza di un commento su di me: ” invece di pagarla dovrebbe pagarci lei per pubblicare quelle sciocchezze sui gruppi” decisi che dovevo cambiare.
Così la mia strada incrociò quella di Vittorio Pierobon, Adriano Favaro, ma soprattutto Giorgio Lago. Il migliore direttore, dopo Piero Scaramucci a radio Popolare , che ebbi l’onore di conoscere. E così nacque “la città underground” e “fuoriporta”. E tante altre rubriche…Ogni venerdì sul Gazzettino uscivano quelle piccole notizie importanti per il fine settimana. E quel giornale cominciò ad circolare anche tra un pubblico diverso . Perché, per il fine settimana, molti al bar, a dare un’occhiata al “fine settimana in musica” e i locali si moltiplicavano. Non solo in città ma anche in periferia. Ricevevo continuamente lettere e messaggi via posta. Oppure alla portineria del Gazzettino in via Torino..e dovevo fare fronte..
Intanto alla Nuova Venezia erano arrivati altri collaboratori che continuavano quella strada aperta da me..e scrivevano del Vapore…e di tutti gli altri..
Così pensai di dare maggior risalto alla cultura della città proponendo al Gazzettino “underground news “ per la pagina nazionale degli spettacoli. Fu un altro successo perché arrivavano le notizie da tutto il Veneto. Ma fu un meraviglioso salto in una redazione di grandi che trattavano fatti e eventi nazionali e internazionali.. come Francesco Jori, Giò Alajmo, Roberto Pugliese , Fiorello Zangrando..
Io mi ero riservata una fetta di pagina con l’“undergrond” ma Lago , il grande Giorgio Lago capì e mi offrì, oltre che la terza pagina per l’anniversario della morte di Bob Marley di poter scrivere di tutto…anche di cinema alla Mostra del Lido.
Mi offrì un posto al giornale.. Rifiutai perché amavo forse di più la scuola dove insegnavo a quei ragazzi con cui spesso discutevo dei miei articoli.. .
Poi la mia storia di giornalista si intrecciò con il mondo della radiofonia ma ..senza mai dimenticare la carta stampata.
E furono tanti altri meravigliosi anni…
Ma non ho mai dimenticato il Vapore..e avrei voluto che anche il Vapore si fosse ricordato di questa parte importante della sua storia…
Liliana Boranga