Attività in Crisi
3 Giugno 2020
A costo di essere impopolare ma credo si debba anche dire qualcosa altro sulle attività in crisi.
Adesso li stiamo aiutando ma credo sia importante approfondire il tipo di imprenditoria che esiste in italia.
Non possiamo sopportare 60 milioni di parrucchieri o di estetisti. Sto esagerando ma dobbiamo ragionare per eccessi…
Molti dei quali prima della crisi erano marginali… e vivevano di quello che guadagnavano giorno per giorno. Con molta fatica e molti prestiti bancari..
Io credo che un sistema economica si debba basare anche su un giusto rapporto tra offerta e domanda..
Anche per quanto riguarda il turismo e la ristorazione. Le palestre ecc. Altrimenti possiamo solo sospettare , e a ragione, che il tutto sia controllato da una economia sommersa e in nero.
Molti non riapriranno.. non sto parlando di un Cipriani che usa i suoi ristoranti per “ospitare “ gli amici. Ognuno si muove come vuole. Ma parlo di chi non “deve riaprire”… perché altrimenti va a incidere su un tessuto economico fragile e che non regge..
Non è possibile che ogni lavorante a breve un istituto di bellezza per far contenta la mamma? Che la vuole imprenditrice e non lavorante. Sto ragionando sempre per eccessi… e senza colpevolizzare nessuno.
Per chi ha un reddito fisso, grande o piccolo, c’è la scelta dei bisogni da soddisfare e delle spese obbligate..che vanno incidere continuamente su uno stipendio o una pensione che non aumentano certamente e questa crisi non li ha visti protagonistii di aiuti. Anzi.. le spese sono aumentate.
Adesso c’è il problema della raccolta della frutta. Quello è il settore economico che deve essere privilegiato. Non il turismo.. o la ristorazione.. ci vuole attenzione anche dal governo…
Sono chiusi i negozi.. apriamo i campi… e questa mia idea sembra essere stata apprezzata se le liste di richiesta di lavoro agricolo sono sempre più affollate..
E soprattutto credo che all’interno delle stesse categorie questo sfoltimento non sia visto in modo negativo. Anzi…
Il nordest deve capire che non c’è più economia di tipo imprenditoriale autonomo.. triste ma accettarlo al più presto permetterebbe alla regione di rialzarsi..e subito