Covid 19. 11 Novembre 2020
11 Novembre 2020
Ho incontrato un’amica di mia figlia che non vedevo da
tempo. Mi fa sempre piacere rammentare
l’infanzia di Francesca e la sua adolescenza, ricche di contatti, di gite, di
eventi… di tutto quello che era naturale per la sua età. Era accompagnata dal
figlio dodicenne …due occhi splendidi e uno sguardo pensoso.
Naturalmente abbiamo ricordato
ma inevitabilmente ci siamo soffermate sulla situazione attuale. I vaccini. Le
paure. La pandemia…le famiglie…
E allora ho notato come quel
ragazzo si stesse infastidendo sempre più alle nostre parole. Ma non per noia..
ma per non sopportazione.. per aver
superato inesorabilmente un livello di
non accettazione di tutto questo. Per troppo e imposto “ascolto”..
Mi sono fermata e gli ho
chiesto scusa se abbiamo parlato solo di quello che ci interessava..e se gli
avevo fatto perdere tempo.. “non è il tempo”, mi ha risposto scuotendo la
testa.
Già.. a questa generazione
abbiamo fatto solo ascoltare le nostre parole e non abbiamo mai “sentito” le
loro. Per più di un anno li abbiamo ridotti al silenzio con le nostre paure, le
nostre ansie, le nostre rivendicazioni di adulti “infantili”. Non abbiamo mai
fatto uscire dalle loro bocche quel grido necessario a liberare quell’ingorgo
che li ha sbattuti contro dei muri invisibili diventati prigioni …. nessun
sogno, nessun desiderio, nessun gioco. Niente. Se non adulti capaci solo di
blaterare e di fare rumore..
E di esigere che venissero aperti al più presto quei luoghi
di “divertimentosfogo” per rimediare alla nostra mancanza di sensibilità.
Dove “ingrumare” i loro disagi. Dove “silenziare” le loro urla e quella
bestialità che abbiamo nutrito ogni giorno con il nostro egoismo…
La nostra sola maturità è
stata quella di girarci dall’altra parte mentre davamo loro le chiavi dell’abisso…e
ce ne vantavamo…